Martedi 16 Aprile Paninabella ha incontrato bimbe e bimbi della primaria di Triggiano, in particolare del secondo circolo didattico. Sfidando la tensione emotiva, per poter avere un vero incontro con tutte e tutti, abbiamo pensato di non riempire il teatro della Casa della Cultura intitolata a Rocco Dicillo, e di realizzare tre incontri separati di un ora circa ciascuno.

Sicuramente ne è valsa la pena, perché siamo riusciti a creare un incontro vero, anzi tre, e sono contento di essere riuscito a far comprendere che ero davvero interessato al loro pensiero. Come si vede in un compito fatto nei giorni seguenti, direi che l’idea è passata, e se è vero come è vero che sento spesso i ragazzi lamentarsi di non trovare ascolto, questo posso considerarlo davvero un successo.

Una ragazza mi ha chiesto perché, nel discorso sulla vergogna e sull’empatia, fosse presente Antonella. Non so se sono stato abbastanza chiaro per lei, ma tutto quel che racconto ha origine dalla storia di Antonella, da quel che lei ha vissuto, e da quello che noi abbiamo e non abbiamo fatto. Non è una lezione teorica, ma la condivisione di una esperienza, e sono felice di aver trovato una chiave espressiva per arrivare anche a ragazze di 9 anni: prima si parla di inclusione ed empatia e meglio è.

Grazie a tutte e a tutti, ai docenti e in particolare a Rosa Zaccaro e Antonella Porcelli.

“Quindi il messaggio che voglio dare è non giudicare mai nessuno in qualsiasi momento e farsi vedere per quello che si è”

“A me questo incontro è piaciuto, ma sopratutto mi ha fatto riflettere. Appena arrivati ci aspettava un signore di nome Domenico, un padre che ha perso sua gfiglia quando lei aveva ancora tredici anni. Ci siamo seduti sulle poltroncine rosse e ha incominciato a spiegare di quale argomento dovevamo parlare, l’empatia. All’inizio noi non sapevamo il significato, ma lui ci ha fatto guardare dei video. Due video parlavano di alcune persone che avevano paura di quel che avevano dentro ma poi riescono a farlo. Mentre l’altro parlava di questo signore triste che incontra delle persone e riesce ad ascoltarle senza giudicarle. Così abbiamo capito che dobbiamo far vedere quel che abbiamo dentro senza vergognarci. Se noi riusciamo a dire quello che teniamo dentro, la persona a cui si confida il segreto potrà capirti e aiutarti. Alcune volte però non è così, la persona può rivelare il segreto a tutti e giudicarti, ma noi possiamo farcela e se diciamo di più anche loro possono capire”


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Categorie: Incontri