In due momenti separati, il 13 e 14 Marzo, abbiamo incontrato le seconde e le terze classi della Fiore. C’è stato anche un momento di incontro con i genitori, che purtroppo è andato praticamente deserto.

Come accade ogni volta leggere i messaggi che ci lasciano è sempre interessante, e doloroso. A me ha colpito particolarmente questo, che purtroppo non ho potuto per mancanza di tempo leggere davanti a loro, ma avrebbe meritato:

-Per me la vita, principalmente quella sociale, non è stata molto facile: io dal primo giorno di scuola media pensavo di passare 3 anni in amicizia, ma così non è stato. Mi hanno preso in giro sin dall’inizio e continuano a farlo tutt’ora. Un esempio recente è quello delle scarpe: quest’anno i miei compagni hanno avuto la buona idea di iniziare a calpestarmi le scarpe in continuazione: tornavo tutti i giorni con le scarpe grigie.

Potrebbe sembrare leggero, ma mi pare esprimere una impotenza ed una rassegnazione pesantissime. Se tenete conto che poteva essere letto in quel momento, davanti a tutti i compagni che sicuramente avrebbero riconosciuto l’autore, mi sembra un forte grido di aiuto.

Chiudo con due messaggi di speranza:

-La felicità è qualcosa di momentaneo, quindi una felicità permanente non esiste. Ciò non significa che non si possa avere una vita felice! Proprio per il fatto che non esiste una felicità permanente dobbiamo sempre ricercare la felicità. Se non la troveremo subito non dobbiamo abbatterci. Non esiste la felicità permanente, ma dobbiamo ricercare la felicità in modo permanente!

-Parlare è la medicina. L’anno scorso è subentrato nella mia vita un periodo no e sono riuscita a superarlo grazie alla scrittura. Poi ho cominciato a parlare e adesso posso affermare e confermare che la parola è un bene indispensabile e prezioso. Non bisogna avere timore di parlare perché non c’è nessuno da stupire e nessuno da deludere. Siamo tutti perfetti nelle nostre imperfezioni.

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