Ieri una grande emozione, nel vedere durante “E tu, dove sei? Sostare nel conflitto”, le parole di Antonella finalmente in teatro, dopo cinque anni.

Non sappiamo dirvi quanto lo abbiamo desiderato.

I ragazzi hanno scelto il suo testo per la parte sul “conflitto con se stessi”.

Il concetto di “sostare nel conflitto” ci è piaciuto moltissimo.

Nella discussione successiva è arrivata naturalmente dalla platea l’obiezione “non è meglio stare nella pace”?

Certo, ma la nostra idea, che proviamo a raccontare anche con le parole di Antonella, e che coincide con quanto abbiamo sentito ieri sera, è che se non si riconosce il conflitto, se non diamo cittadinanza alla disperazione che ne consegue, alla pace non arriveremo mai.

Sarà solo un surrogato di pace, una maschera, come quella che indossava Anto, che nascondendo quel che succede davvero ci impedisce di riconoscerlo ed affrontarlo con tutti i mezzi a nostra disposizione.

Noi siamo a contatto con tanti ragazzi, e la domanda che ci arriva più spesso è quella di essere presi sul serio, di sentirsi legittimati a esprimere tutto quel che sentono, anche se porta ad un conflitto. Conflitto che invece gli adulti spesso cercano di evitare a tutti i costi, anche evitando di ascoltarli.

Grazie mille a tutti i ragazzi, a Giacinto Donvito e Nadina Foggetti, a don Vito e don Francesco, e in particolare a Lucia Ponte e Melissa Lerario che hanno portato in scena Antonella con tutto il loro cuore.

Angela e Domenico

Qui la parte di spettacolo dedicata ad Antonella:

Il video originale, con tutta la serata, qui:

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